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Intervista al Maestro Zhu Tiancai

Intervista al Maestro Zhu Tiancai: “Le Origini  della Lao Jia, della Xiao Jia e della Xin Jia del Taijiquan della famiglia Chen”
Traduzione dal cinese in inglese di Bu See Min Jasmine (www.chen-taiji.com)
Tradotto e integrato in italiano da Eugenio Tufino
Enertao, Marzo 2005
Sommario:
L’addestramento tradizionale nel Taijiquan al Villaggio Chen raccontato da uno dei suoi massimi esponenti. Le differenze e le similitudini tra i sistemi Lao Jia, Xin Jia, Xiao Jia della famiglia Chen

Il Taijiquan – l’arte marziale cinese che migliora la salute ma anche addestra all’autodifesa sta guadagnando una popolarità crescente. Esso risplende come una perla tra le miriadi di arti marziali cinesi. Lo stile Chen è uno dei più antichi pervenuti fino ad oggi, tramandato da generazione in generazione con una storia che risale a più di trecento anni fa. Oggi, in molti hanno sentito parlare dei cinque principali stili del Taijiquan, cioè lo stile Chen, Yang, Wu (Hao), Sun e Wu. In ogni modo è ad opera soprattutto dello stile Yang che il Taijiquan si è diffuso cosi tanto in tutto il mondo a partire dal piccolo villaggio di Chenjiagou (Villaggio Chen), il luogo di nascita del Taiji, costituito da poco più di trecento case. Ora che l’interesse nel Taijiquan sta crescendo, molti suoi appassionati, sia cinesi che stranieri, cercano di ritornare alle origini.
Desidero ora offrire la mia personale esperienza dell’evoluzione delle forme del Taijiquan che ho imparato al villaggio Chen. Per favore leggete attentamente quanto detto e poi pervenite alle vostre personali conclusioni.
Io sono il discendente della 19° generazione del lineaggio del Taijiquan di Chenjiagou e lontano cugino di Chen Xiao Wang e Chen Zheng Lei. Dall’età di cinque anni, ho vissuto con il mio prozio Chen Guang Lu della diciassettesima generazione il quale non aveva mai lasciato Chenjiagou per cinquanta anni. Durante la mia gioventù negli anni Cinquanta ho spesso ascoltato dal mio prozio racconti delle imprese marziali dei miei antenati. Egli spesso raccontava di come Chen Wangting combattè nei campi di battaglia, di come Chen Jing Bai morì sfinito per avere ucciso Tigre Nera, di Chen Fake e del suo potente fajin, di Chen Bao Huan e di molti altri, tutte cose che io non ho più dimenticato. A quel tempo, i più famosi Gran Maestri al villaggio Chen erano Chen Yun Ting della diciassettesima generazione e gli altri Maestri della diciottesima generazione Chen Zhao Kui, Chen Zhao Pei, Chen Ke Zhong e Wang Yan. Spesso rimanevo ad osservare questi Maestri mentre insegnavano. Mentre guardavo, gradualmente cresceva in me un forte interesse per il Taiji. Allora gli anziani Gran Maestri insegnavano soltanto due tipi di sequenze: la Lao Jia di 72 movimenti (anche conosciuta come Da Jia, o Larga Struttura) e la Xiao Jia di 72 movimenti (conosciuta allora anche come Xin Jia). La più avanzata Er Lu (chiamata anche Pao Cui) faceva parte del sistema Lao Jia. Cosi c’erano soltanto due sistemi a quei tempi. O si imparava la Lao Jia oppure la Xiao Jia.
Nel 1958 quando il Gran Maestro Chen Zhao Pei ritornò al Villaggio Chen, cominciai l’addestramento formale con lui nella Lao Jia Yi Lu. I miei compagni di studi di allora erano Chen De Wang, Chen Chun Lei, Chen Xiao Wang, Chen Qing Hua, Chen Mong Song, Wang Xi An e Zhang Guang Cai[1]. Dovevamo praticare tutti i giorni, sia con la pioggia che con il sole. Soltanto al terzo anno d’allenamento ci fu consentito di imparare la Er Lu (Pao Cui), il tuishou e le forme con le armi.  Eravamo anche molto vicini agli altri studenti che venivano addrestati nella Xiao Jia con il Gran Maestro Chen Ke Zhong della 19° generazione. I nostri coetanei in Xiao Jia erano Chen Bai Xiang, Chen Tu Sheng, Chen Liu You, Chen Tu Yuan, Chen Qi Liang, Chen Qing Huan. I Gran Maestri Chen Zhaopei e Chen Ke Zhong spesso ci facevano ad allenarci insieme.
 Nelle sue lezioni il Gran Maestro Chen Zhao Pei insisteva frequentemente sull’importanza della Lao Jia Yi Lu come la sequenza che conservava il cuore delle abilità da sviluppare. Egli rilevava che dentro il suo nucleo prevalentemente morbido era contenuta una forza intrinseca mentre la  sequenza Er Lu rappresentava un tipo di allenamento opposto e complementare. La Er Lu si focalizzava sulla forza dentro di noi, ma è contemporaneamente presente anche una morbidezza veicolata dalla forza. Questo era il modo in cui i nostri antenati trasmettevano il gong fu  di generazione in generazione, cioè  insegnando queste due fondamentali sequenze Yi Lu e Er Lu.
Ogni movimento deve essere imparato separatamente e correttamente prima di praticare tutti i movimenti come un insieme in un flusso continuo come un tutt’uno. I principi d’allenamento devono essere seguiti scrupolosamente  e ciascun movimento deve essere attentamente studiato e praticato ripetutamente così da poter ottenere nuove comprensioni ogni volta.
Bisogna ricercare e applicare i principi ai movimenti delle forme incessantemente. Ogni movimento deve essere praticato in modo da originarsi dai kua. Per esempio, bisogna muoversi non in linea retta ma in un movimento circolare, nel movimento caratteristico del Bozzolo di Seta (chan ssu jin). Si comincia dapprincipio tracciando estesi movimenti circolari poi, migliorando con il tempo, si ridurrà lentamente il raggio dei cerchi. Ogni movimento deve essere eseguito in modo appropriato senza sovra estendere o rompere la linea d’energia nel corpo. Noi praticammo le sequenze tenendo ben presenti questi principi per almeno dieci anni prima di cominciare la pratica del tuishou e delle armi. Le sequenze della Xiao Jia sono simili a quelle della Lao Jia e condividono anche gli stessi nomi dei movimenti con la differenza che i movimenti circolari della Xiao Jia sono molto più piccoli e le applicazioni marziali sono più nascoste. Viene posta una maggiore enfasi sull’Intenzione. Durante la pratica, la postura della Xiao Jia dipende da quanto sforzo si sta ponendo (in altre parole, da quanto gong fu si vuol realizzare alla fine della giornata). Così si può scegliere di praticare mantenendo una posizione alta, media o bassa. Sebbene all’apparenza i movimenti possano sembrare differenti dalla Lao Jia, entrambe sono innegabilmente basate sugli stessi principi del Taiji e perciò ci sono stati molti  bravi artisti marziali provenienti da entrambi i sistemi Lao Jia e Xiao Jia del Villaggio Chen.
Come si originò la Xiao Jia in Chenjiagou? Secondo gli anziani del villaggio, negli anni prima dell’introduzione delle armi da fuoco in Cina, l’allenamento nelle arti marziali era molto duro. C’era un proverbio che diceva: ”Il povero studierà duramente, mentre il ricco imparerà le arti marziali per diletto”. Quando si comincia un’arte marziale è richiesta la pratica  e il vigore. Inoltre, è necessaria una mente aperta ed attenta in grado di afferrare il significato delle  teorie che non è di solito semplice. Poi bisogna allenarsi con un buon insegnante e impegnarsi più duramente della media. Soltanto così una persona potrà raggiungere un livello superiore di abilità.
Il Taijiquan della famiglia Chen è un’arte marziale molto raffinata che aiuta a sviluppare una persona su due livelli: migliora la salute ed allo stesso tempo allena per l’autodifesa. Come arte marziale è estremamente efficace nel suo uso della meccanica del corpo. Ciò può avvenire perché si può usare la tecnica (tipica del Taiji) del bluff per lasciare l’avversario colpire per primo pensando di averti preso in un punto debole ed invece facilmente deviare la sua energia contro di lui, o usare un’oncia di forza per contrastare un colpo di un migliaio di libbre. Un maestro molto abile sarà capace di trasformare una forza esterna e dura in una morbida. Perciò molti Gran Maestri in età avanzata, all’apice delle loro abilità, preferivano trasformare semplicemente l’energia interna nel loro corpo invece di espellerla durante la pratica con il fajin. Praticato in questo modo il Taijiquan aiuta a sciogliere le giunture, a migliorare la destrezza e a promuovere la longevità. Perciò quando gli anziani Maestri praticavano la Lao Jia  preferivano non rilasciare la forza nei movimenti di fajin e invece canalizzarla internamente, concentrandosi soltanto sulla circolarità dei movimenti e sul flusso naturale del qi. Così ebbe origine la Xiao Jia. In ogni modo, per i giovani che praticano la Xiao Jia è consigliabile una posizione bassa quando si allenano e per coltivare l’energia è necessario che allenino i movimenti di fajin nella pratica a solo. La sequenza Xiao Jia fu sviluppata dal nostro Gran Maestro della 14 generazione Chen You Ben e cosi fu trasmessa di generazione in generazione. Famosi Maestri della Xiao Jia del Villaggio Chen furono Chen Zhong Sheng, Chen Li Sheng, Chen Qing Ping, Chen Tu, Chen Jin, Chen Zhi Ming, Chen Ke Zhong, etc. La forma di Xiao Jia insegnata da Chen Qing Ping è stata la base che ha dato poi origine a molte varianti come lo stile  Zhao Bao, quello Wu e quello Hu Lei.

La Lao Jia di 72 movimenti è perdurata come la forma più antica al passaggio del tempo. Essa rappresenta il fondamento dello stile, allenando il praticante in un ampio spettro di abilità e metodi marziali. I suoi movimenti consistono di una miscela complementare di forza e morbidezza. Avanzando al livello successivo, si progredirà da una forma e una struttura regolata dai principi del Taijiquan ad una che è senza forma e senza limiti. Tradizionalmente lo studente dovrebbe avanzare attraverso tre stadi di sviluppo e cinque livelli d’abilità. Ogni volta che si raggiunge un nuovo livello si ha una maggiore consapevolezza. Più si pratica e più si impara, scoprendo nuove comprensioni, in un cerchio senza fine. Grazie ai suoi benefici per la salute, la sequenza Lao Jia è davvero una forma meravigliosa che ha seguito sia tra le persone giovani che in quelle meno giovani. Volendo datarlo, il Taijiquan di Chenjiagou è ora arrivato alla 22esima generazione di praticanti. Esso ebbe origine con il Gran Maestro della 14 generazione Chen Chang Xing da cui poi ebbero origine un gruppo di grandi praticanti come Chen Geng Yun, Chen Yan Nian, Chen Yan Xi, Yang Lu Chan, Chen Fa Ke, Chen Zhao Pi, Chen Zhao Xuan, Chen Zhao Kui. In seguito quando il Gran Maestro Chen Fake arrivò a Beijing, egli allenò lì un gruppo di discepoli che divennero noti a loro volta grazie alla loro bravura: Hong Jun Sheng, Tian Xiu Cheng, Lei Mu Ni, Feng Zhi Qiang. Fu soltanto dopo che la Cina si aprì all’esterno, che il Taijiquan acquistò importanza nel Paese e cominciò ad avere un certo interesse internazionale.
Molti scambi internazionali cominciarono al Villaggio Chen con studenti che venivano da tutto il mondo per imparare il Taijiquan del villaggio. Fu soltanto allora che i quattro rappresentanti del Villaggio Chen, Chen Xiao Wang, io, Wang Xian e Chen Zheng Lei[2] cominciarono a viaggiare per tutta la Cina per insegnare. Grazie a molti anni di allenamento tutti e quattro noi avevamo trovato il nostro modo di esprimere quello che i nostri antenati ci avevano trasmesso. C’è un proverbio che dice che si può imparare lo stile di una persona ma non la sua unica abilità cosi è successo che ciascuno di noi quattro ha sviluppato le sue proprie peculiarità nel Taijiquan.
Quali sono le caratteristiche della sequenza Xin Jia di 83 movimenti? Per rispondere bisogna risalire al 1960, quando il Gran Maestro della 18esima generazione Chen Zhao Kui ritornò al Villaggio Chen da Beijing per una breve pausa prima di ritornare a Shanghai ad insegnare. Ritornato a casa  a Chenjiagou per pochi mesi ebbe la possibilità di analizzare e condividere le tecniche e le esperienze di insegnamento con il Gran Maestro Chen Zhaopei.
Quello fu la prima volta che insegnava a Chenjiagou.
Prima di allora noi giovani non l’avevamo mai visto eseguire le forme e non avevamo la minima idea di come potevano essere. Inoltre  poiché non eravamo ancora stati accettati formalmente come discepoli da lui, ascoltavamo semplicemente i suoi racconti. Questo si protrasse fino al 1972, anno in cui la Cina cominciò a incoraggiare la pratica del Wushu e anno in cui il Gran Maestro Chen Zhaopei morì. Fu dopo la sua morte che tutti noi sentimmo la necessità e l’urgenza di mantenere vivo il fuoco del Taijiquan di Chenjiagou e di portare avanti il lineaggio. Nel 1973 il Villaggio richiamò il Gran Maestro Chen Zhao Kui per addestrare formalmente un gruppo di discepoli. Il villaggio allora organizzò classi libere di Taijiquan per tutti gli abitanti che erano interessati. In quei tre mesi complessivamente quasi duecento persone impararono la sequenza dei 83 movimenti. A quel tempo alcuni di noi, tra cui io, Chen Xiao Wang, Wang Xi An, Chen Zheng Lei e Chen Li Zhou fummo scelti per un allenamento intensivo. Praticavamo nella classe comune della mattina e di sera facevamo avevamo delle altre ore di allenamento. Ogni sera il nostro Maestro correggeva ciascuno di noi durante la pratica, spiegava e impartiva lezioni di teoria e cominciò ad insegnarci la Er Lu e la Spinta con le Mani (tuishou). Poiché ciascuno di noi aveva più di dieci anni di pratica di Lao Jia alle spalle, riuscimmo a padroneggiare la sequenza degli 83 movimenti molto velocemente e nel farlo approfondimmo la nostra conoscenza del Taijiquan.
Il Gran Maestro Chen Zhao Kui ci raccontava della sua esperienza nell’imparare la sequenza di 83 movimenti[3]. Ci diceva che era una sequenza in opposizione con movimenti contrastanti veloci e lenti, con alcuni movimenti progettati per accumulare energia e i movimenti successivi per espellerla. Ogni movimento deve cominciare con le basi. Perciò il movimento delle mani deve prima cominciare con le articolazioni del polso e i movimenti delle braccia devono cominciare dalle articolazioni delle spalle. Egli ci insegnava come fare cerchi morbidi per poter generare i colpi con forza. Ci spiegava perché dovevamo ricercare una linea retta nella circolarità dei movimenti e cercare la rotondità nei movimenti lineari.
Ci addestrò nel combattimento per la difesa, nei colpi e nei calci volanti. La sequenza degli 83 movimenti fu ideata avendo in mente una persona giovane per catturarne l’interesse. Per questo motivo tutti i movimenti di attacco della Lao Jia sono intenzionalmente all’esterno e visibili per esemplificare le applicazioni marziali implicite nei movimenti circolari della Lao Jia.
Tra il 1973 al 1980 il Gran Maestro Chen Zhao Kui ritornò al Villaggio Chen per più di dieci volte per controllare personalmente ciascuno di noi e rivedere e raffinare i nostri progressi.
A quel tempo, ogni distretto, città e provincia stava tenendo gare in tutta la Cina. Per mostrare l’unicità del Taijiquan di Chenjiagou ogni volta che gareggiavamo o dimostravamo utilizzavamo i nomi Lao Jia, Er Lu, e la forma di 83 movimenti veniva da noi chiamata Xin Jia.
È giusto osservare che il nostro Gran Maestro Chen Zhao Kui era spesso inavvertitamente presente mentre noi nominavamo le sequenze e mai una volta sollevò alcuna obiezione alla nostra convenzione di nomi per la sequenza di 83 movimenti. Alla fine anche suo figlio, Chen Yu[4] chiamava la sequenza di 83 movimenti Xin Jia Yi Lu.
Sebbene ci sia nel Taijiquan di Chenjiagou una differenziazione tra la Lao Jia, Xin Jia e Xiao Jia, essenzialmente le loro tecniche e applicazioni derivano dagli stessi principi del Taijiquan. In tutti gli anni dall’inizio del mio addestramento fino ad oggi, il metodo non è stato mai cambiato. Si  comincia sempre dalla Lao Jia Yi Lu, perfezionando i requisiti di ciascuna postura, correggendo ciascun movimento, comprendendo quando spostare il centro di gravità da una gamba all’altra. Quando si diviene familiari con la forma e la si perfeziona correttamente, i movimenti diventano più rotondi e più ampi in accordo con il proprio ritmo. Una volta che si sono radicati i principi del Taijiquan fino a divenire una seconda natura si comincia ad esperimentare con la forma stessa, cioè la forma diviene senza forma. Quando l’interno e l’esterno sono in armonia si sarà capaci di esprimere il principio interno in un movimento esterno o una applicazione marziale a proprio piacimento. Nella Xiao Jia i cerchi sono più piccoli, più veloci, più morbidi ma allo stesso tempo forti. Il suo punto dominante è più sull’Intenzione (Yi) per controllare il flusso del Qi e il suo obiettivo è provare e completare la sequenza come un flusso continuo. Nella Xin Jia l’enfasi è posta sui polsi e le mani come spiegato in precedenza. A dispetto delle differenze tutti e tre i sistemi aderiscono fedelmente alle regole di base di penglujiancailiezhoukaozhanliantiesuirou,huosongyuan. L’area della vita è l’asse primario, centrale nella Lao Jia, Xin Jia, Xiao Jia, ed è il centro da cui tutti i movimenti cominciano. Quando si pratica una qualsiasi sequenza dei tre sistemi Lao Jia, Xiao Jia, Xin Jia, si mantengono i principi fondamentali dell’addestramento. Vale a dire di utilizzare la vita (dantian) come asse centrale di rotazione, con il corpo allineato ed interconnesso in modo che quando una parte si muove o cambia ogni altra parte del corpo si modifica in accordo, di utilizzare la postura corretta per facilitare la generazione del Qi e poi lasciare che il Qi conduca i movimenti, controllando che la linea della parte superiore ed inferiore del corpo non sia interrotta, e si cerca di completare la sequenza in un unico flusso continuo senza rompere il ritmo o il qi.
Il segreto del Taijiquan di Chenjiagou giace nella forza a spirale del chan ssu jinche è unico tra le arti marziali del mondo. Perciò che si tratti di Xiao Jia, Xin Jia o Lao Jia  tutte loro posseggono le caratteristiche che differenziano lo stile Chen dagli altri stili.


[1] I Maestri Chen Zheng Lei e Chen Xiao Xing  (fratello di Chen Xiaowang) essendo più giovani rispettivamente di 5 e 7 anni cominciarono l’addestramento con Chen Zhaopei successivamente  [NdT]
[2]  A cui proprio allora cominciarono a riferirsi come “La Quattro Tigri di Chenjiagou” o “I Quattro Jin Gang” [NdT]
[3] La sequenza degli 83 movimenti (Xin Jia Yi Lu) fu elaborata negli anni  a Beijing da Chen Fake a partire dalla Laojia di 72 movimenti.  Chen Zhaokui, figlio minore di Chen Fake, fu quello che la strutturò definitivamente e contribuì maggiormente a diffonderla in tutta la Cina [NdT]
[4] Il Maestro Chen Yu, nato nel 1962, vive a Bejing, meno noto degli altri Maestri della diciannovesima generazione,   soltanto di recente si è venuti a conoscenza della sua notevole abilità [NdT]